XXXV World Congress of Audiology si è svolto a Varsavia

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XXXV World Congress of Audiology si è svolto a Varsavia

XXXV World Congress of Audiology si è svolto a Varsavia

Il 10 aprile 2022 a Kajetany nel Centro Mondiale dell’Udito è cominciato XXXV World Congress of Audiology. È uno dei primi incontri al vivo degli audiologhi, degli otorinolaringologhi, dei foniatri, degli acustici e degli specialisti dai settori contigui dopo una pausa pandemica e siamo certi che questo incontro internazionale abbonderà delle idee e dei progetti nuovi – ha detto il professor Henryk Skarżyński, il presidente del congresso di quest’anno. Questo evento unico è accompagnato dalla XV Conferenza scientifica formativa della sezione audiologica e foniatrica dell’Associazione polacca dei otorinolaringologhi chirurghi della testa e del collo. In totale, più di mille partecipanti si sono registrati per partecipare a questi eventi scientifici.

Il congresso mondiale e la conferenza nazionale sono cominciati dalle sessioni dei dimostrativi interventi chirurgici del prof. Henryk Skarżyński che eseguiva insieme alla squadra degli otochirughi nel Centro Mondiale dell’Udito. Nel programma erano previsti degli interventi chirurghici che si eseguono nei pazienti con vari tipi di disturbi uditivi e con l’uso di vari tipi di strumenti che migliorano l’udito, incluso il posizionamento dell’impianto cocleare. Il prof. Henryk Skarżyński ha presentato tra l’altro gli interventi del posizionamento dell’impianto cocleare attraverso la finestra rotonda nei pazienti con la perdita totale o parziale dell’udito con un metodo originale elaborato da lui chiamato “il metodo di 6 passi”. Ha eseguito anche gli interventi dimostrativi del posizionamento dell’impianto dell’orecchio medio e a conduzione ossea, ma anche gli interventi dell’orecchio medio come: l’ossiculoplastica (l’intervento di riparazione della catena degli ossicini distrutti dal processo infiammatorio dal colesteatoma e stapedotomia (l’intervento per sostituire la staffa con la protesina e applicato nel trattamento dell’otosclerosi).

La sessione degli interventi dimostrativi che presentava le possibilità moderne per il trattamento chirurgico dei disturbi dell’udito era un sommario di oltre quarant’anni del lavoro scientifico e clinico del professor Henryk Skarżyński e si riferiva agli anniversari che  quest’anno sono festeggiati nell’Istituto della Fisiologia e della Patologia dell’Udito:

  • 30 anni fa, nel 1992, il prof. Henryk Skarżyński è stato il primo in Polonia ad eseguire il posizionamento dell’impianto cocleare ad un paziente non udente. Questo intervento pionieristico era il primo passo allo sviluppo del programma del trattamento della sordità in Polonia.
  • 25 anni fa, nel 1997, il prof. Henryk Skarżyński è stato il primo al mondo a presentare a New York un nuovo programma che estendeva delle indicazioni di allora per il posizionamento degli impianti cocleari nel trattamento solo della sordità totale, ha iniziato le ricerche ed a eseguire gli interventi regolari nei pazienti con la sordità profonda che permettevano a mantenere dei residui uditivi di basse frequenze dopo il posizionamento dell’impianto. Il risultato delle ricerche ha dimostrato che il posizionamento giusto nell’orecchio interno dell’elettrodo dell’impianto permette a mantenere i residui uditivi già esistenti sia nei pazienti adulti che nei bambini. Questi risultati sono stati presentati nel 2000 durante V Conferenza Europea degli Impianti Cocleari dei Bambini ad Anversa dal prof. Skarżyński e i suoi collaboratori e durante IV Congresso della Federazione Europea delle Società Otorinolaringologiche a Berlino da dott. Artur Lorens e i suoi collaboratori. L’importanza di queste novità era enorme. Gli specialisti dell’Istituto della Fisiologia e della Patologia dell’Udito hanno dimostrato che durante l’impiantazione il frammento della coclea ben funzionante non deve – come si sospettava prima – essere distrutto. Questi risultati hanno consentito che nel futuro sarà possibile quello che si considerava irreale: la terapia efficace delle persone con la sordità parziale nei quali si è mantenuto l’udito corretto o le capacità comunicative sociali nell’intervallo di basse frequenze fino a 250 Hz, 500 Hz e 150 Hz.
  • 20 anni fa, nel 1990, prof. Henryk Skarżyński ha fatto la prima operazione al mondo del posizionamento dell’impianto cocleare al paziente con la sordità parziale. A quel momento gli impianti erano posizionati solo nei casi della profonda perdita dell’udito o della sordità totale. Le persone che hanno dei problemi di udito e con la comprensione del parlato a causa del danno a quelle parti dell’orecchio interno (la coclea) che sono responsabili della ricezione dei suoni di alte frequenze (la cosidetta sordità parziale, ang. Partial deafness treatment, PDT), un trattamento simile era impossibile da fornire. Secondo la conoscenza vigente, l’inserimento alla coclea dell’elettrodo dell’impianto poteva causare i danni permanenti della coclea e disturbare dei processi uditivi per la descrizione dei quali il prof. Georg Békésy ha ricevuto il premio Nobel nel 1961. Basando sui risultati delle ricerche degli anni 1997-2000 che dimostrano che la manutenzione dei residui uditivi è possibile, il prof. Henryk Skarżyński ha operato una paziente con la sordità parziale, usando una procedura elaborata da lui dell’inserimento dell’elettrodo attraverso la finestra rotonda. Nel 2002 l’intervento era trasmesso in diretta su Internet ai molti centri al mondo. Gli effetti erano sorprendenti. Oggigiorno il cosiddetto “metodo di sei passi” di Skarżyński è applicata nelle cliniche otochirurgiche in tutto il mondo. Solo nel Centro mondiale dell’Udito hanno effettuato nove mila degli interventi con un’applicazione di questa procedura.

 

Il programma del XXXV World Congress of Audiology era molto ricco: durante la prima giornata si sono svolti i workshop e le sessioni scientifiche sull’abbinamento degli impianti, sui metodi della diagnosi e sul trattamento dell’acufene, che è sempre più spesso diagnosticato nei pazienti, ma anche sui processi dell’elaborazione uditiva e dei disordini uditivi centrali, dello screening e della rilevazione precoce dell’ipoacusia. Nel congresso organizzato a Kajetany e a Varsavia hanno partecipato gli esperti più illustri nel campo dell’otorinolaringologia, dell’audiologia e della foniatria tra altro: il prof. Kurt Stephan, il presidente della International Society of Audiology (ISA), l’organizzatore del Congresso, uno dei migliori specialisti nel campo dell’audiologia e precursore dell’applicazione delle ricerche obiettive nel processo di regolazione dell’impianto (Austria), il prof. Olivier Sterkers, il chirurgo della base del cranio di fama mondiale (Francia), il prof. Antonio della Volpe, l’otochirurgo illustre, direttore del programma degli impianti cocleari per bambini e degli apparecchi acustici impiantabili (Italia), il prof. Manuel Manrique, l’otolaringologo e otochirurgo eccezionale e anche specialista nel campo dell’otoneurologia (Spagna) , il prof. James W. Hall, uno dei specialisti più illustri nel campo delle ricerche obiettive dell’udito (Stati Uniti) e centinaia di altri esperti da tutti i continenti.

Il congresso è iniziato nel Centro mondiale dell’Udito IFPS a Kajetany dove si effettua da diversi anni il maggior numero degli interventi del miglioramento dell’udito ogni anno. Il centro dispone degli strumenti e dell’apparecchiatura più innovativi e usa delle soluzioni telemediche più moderne. Per questo motivo durante la prima giornata dell’incontro sono stati previsti i workshop condotti da esperti illustri che hanno dato una possibilità ai partecipanti di migliorare le proprie abilità. Gi argomenti di questi workshop erano tra l’altro: la valutazione dell’udito nei bebè con l’applicazione dei metodi obiettivi, delle terapie dell’acufene, la valutazione dell’ipersensibilità uditiva con per mezzo di prove audiologiche e psicometriche completate con un’anamnesi approfondita e anche con l’applicazione dell’imaging negli esami del sistema uditivo e dell’elaborazione del linguaggio. Il luogo dove si sono svolti quei ultimi workshop era il Centro scientifico dell’Imaging Biomedico IFPS in cui sono condotte le ricerche dei processi uditivi utilizzando la risonanza magnetica funzionale e la tomografia computerizzata.

Durante la prima giornata del congresso, oltre ai workshop, sono state pianificate delle sessioni scientifiche, due dedicate all’abbinamento degli impianti cocleari. È una procedura che aiuta a stabilire che benefici avrà un paziente dopo il posizionamento dell’impianto. È però molto complicata e già si comincia a parlare dell’automazione dell’abbinamento del sistema dell’impianto nel futuro. Per ora non ci sono delle indicazioni precise relative al processo dell’abbinamento perciò sono necessarie delle altre ricerche che lo miglioreranno tenendo conto dei bisogni individuali e le capacità dei pazienti. Ci sono dei gruppi dei pazienti che richiedono delle regolazioni non standard. Come esempio sono stati presentati i pazienti con l’autismo che non collaborano con lo specialista in modo che lui possa prendere una decisione giusta riguardante l’impostazione dei parametri del processore vocale basando sulle osservazioni del paziente. Un altro gruppo dei pazienti sono le persone con la paralisi facciale nel caso delle quali sono applicati i modi di stimolazione diversi nella maggior parte dei pazienti con l’ipoacusia e ci si applica anche diverse impostazioni per diminuire un’irritazione di questo nervo nel contempo l’ottimizzazione di udito.

Un altro gruppo distinto sono dei pazienti che hanno l’impianto cocleare in un orecchio e nell’altro l’apparecchio acustico. Durante la sessione condotta dal prof. Manuel Manrique, un’illustro otolaringologo e otochirurgo spagnolo, specialista nel campo dell’otoneurologia, si discuteva di come abbinare queste due apparecchiature cosicché un paziente abbia il massimo dei benefici uditivi.

Durante la sessione si scambiava esperienze riguardanti sia un abbinamento in base delle ricerche osservative e subiettive (durante la stimolazione con i singoli elettrodi lo specialista chiede al paziente, come sente: piano o forte) e dei risultati delle misure dei biomarcatori (come ad  es. la misura di potenzialità del nervo uditivo innescato elettricamente). Si prestava un’attenzione particolare all’esame del riflesso acustico del muscolo stapedio grazie al quale durante l’abbinamento del processore si può proteggere i pazienti, soprattutto quelli più piccoli, dalla stimolazione troppo forte. Il riflesso stapediale è un meccanismo di difesa che protegge l’orecchio interno dalle lesioni acustiche. Nel momento dell’apparizione del suono ad alta intensità il cervello invia un segnale che genera uno spasmo del muscolo stapedio. Nei pazienti impiantati un’apparizione di questo spasmo significa che i suoni che raggiungono il percorso uditivo centrale sono interpretati come molto forti. I risultati dell’esame del riflesso stapediale sono molto importanti soprattutto nel caso dei pazienti piccoli perché i bambini non sempre sono in grado di definire quali stimoli sono dolci e quali sono forti siccome nel loro caso il rischio di sovrastimolazione è maggiore.

Vale la pena ricordare che le ricerche sul riflesso stapediale ha iniziato negli anni Ottanta uno dei conducenti della sessione sull’abbinamento degli impianti cocleari: il prof. Kurt Stephan, il presidente attuale dell’International Society of Audiology. Nell’Istituto della Fisiologia e Patologia dell’Udito già da molto tempo un’esame del riflesso stapediale è eseguito nella fase della scelta della stimolazione. Però non tutti i centri lo eseguono. „L’interesse dei specialisti per questo argomento – dice il co-conduttore della sessione il prof. Artur Lorens − dimostra che dopo anni di ricerche scientifiche l’esame del riflesso stapediale comincia ad essere eseguito sempre più spesso nei centri otochirurghici”.

Nel programma si sono svolte anche delle sessioni sull’abbinamento degli impianti, sulla diagnostica e sul trattamento dell’acufene che è sempre più spesso diagnosticato nei pazienti, sui processi dell’elaborazione uditiva e dei disturbi uditivi centrali, sullo screening e sulla rilevazione precoce dell’ipoacusia. La giornata è stata conclusa con l’inaugurazione ufficiale del congresso dal suo presidente, il prof. Henryk Skarżyński e con la prima mondiale del documentario La mia sonata al chiaro di luna diretto da Barbara Kaczyńska del quale il consulente è il prof. Henryk Skarżyński.

Il protagonista di questo film è uno dei pazienti di talento musicale del professore e il laureato della prima edizione del internazionale festival musicale Ślimakowe Rytmy, ovvero Ritmi della coclea, Grzegorz Płonka. La sua storia insolita (il ragazzo con la sordità profonda, nell’infanzia diagnosticato autistico, ha il talento musicale e la passione grazie alla quale trova la forza per lottare non solo per il miglioramento dell’udito, ma anche per finire la scuola musicale) documentata da Barbara Kaczyńska è stata presentata nel 2017 durante il Festival delle Forme Documentarie NURT a Kielce dove ha vinto il premio speciale della Radio Kielce per le abilità artistiche dell’audio nella forma documentaria. Come ha ammesso la regista Barbara Kaczyńska: „il suono era il più importante in questo film perché il protagonista avendo riacquistato l’udito, ha riacquistato anche la possibilità di una totale vita artistica”. Nel programma del Festival di Kielce il documentario è stato descritto come un costruttivo esempio cinematografico del sorto di un musicista giovane che grazie alla maestria medica del prof. Henryk Skarżyński riacquista non solo l’udito ma è agli inizi della sua grande carriera artistica”.

La terza giornata delle deliberazioni permetteva a scambiare le esperienze riguardanti la diagnostica e la terapia dei disturbi dell’udito, fra cui il trattamento otochirurgico. Si discuteva dei rapporti scientifici dei problemi che incontrano gli otochirurghi nel suo lavoro impiantando diversi tipi d’ apparecchi nei vari gruppi di pazienti. Uno degli eventi più importanti della terza giornata del congresso è stata la tavola rotonda sull’applicazione dei diversi tipi di impianti (cocleari, l’orecchio medio, a conduzione ossea) e la chirurgia ricostruttiva, condotta dal prof. Piotr H. Skarżyński. In primo luogo delle deliberazioni gli esperti hanno cercato di rispondere alla domanda, quali dei dispositivi usati nel corso di 5-10 anni possono essere considerati come i più importanti. Gli specialisti erano in disaccordo sulla questione, vari esperti hanno condiviso l’opinione che proprio Adhear, il primo dispositivo a stimolazione ossea. Durante le deliberazioni si discutevano nei dettagli dell’uso delle varie soluzioni nei pazienti con la sordità unilaterale indicando sia i metodi non operativi (il sistema CROSS) che otochirurgichi consistenti nell’uso di impianti cocleari o di impianti a conduzione ossea.

L’argomento che ha suscitato l’interesse era il trattamento dei pazienti che hanno perso l’udito in un orecchio dopo l’infezione causata dal virus Covid-19.Il trattamento proposto in tali casi è un posizionamento dell’impianto cocleare. Queste operazioni sono già effettuate nel Centro Mondiale dell’Udito, si raccolgono anche – di cui ha parlato il prof. Artur Lorens − i dati clinici sulla riabilitazione di questo gruppo di pazienti. Altri filoni discussi durante la tavola rotonda erano: le modificazioni delle protesine usate nelle operazioni dell’orecchio medio, l’uso del vetro bioattivo, l’uso dei dispositivi di assistenza dell’udito dopo la stapedotomia, le ottimali soluzioni otochirurgiche nei pazienti in età anziana e molti altri.

Uno dei partecipanti della tavola rotonda è stato il prof. Ranjith Rajeswaran dall’India, il proniere nel campo dell’audiologia di impianto e la riabilitazione uditiva dei bambini e degli adulti con impianti cocleari. È stato il primo nell’Asia sudorientale ad applicare tra l’altro il trattamento con l’uso degli impianti del tronco encefalico per il ripristino dell’udito dai bambini senza l’orecchio interno e il nervo uditivo. Ha dedicato uno delle sue lezioni agli impianti impiantabili al tronco encefalico. Il posizionamento degli impianti troncali ai bambini è una delle procedure più complicate nell’impiantologia: è effettuata raramente e le sue possibilità e la legittimità (non è sempre efficace) è un’oggetto di discussione di esperti di tutto il mondo da tanti anni.

Nel corso del dibattito sull’efficacia del trattamento con l’uso degli impianti, è molto importante la notizia che evidenzia una correlazione tra le capacità uditive, visive e cognitive. Indubbiamente gli impianti cocleari migliorano la qualità di vita dei pazienti, però si registra le divergenze sui benefici nel loro uso soprattutto nel caso della comprensione del parlato che, come indicano le ricerche, è un processo nel quale è coinvolto non solo il sistema uditivo ma anche molti sensi: le informazioni visive del movimento delle labbra e la faccia sono integrate alle informazioni uditive. Nel processo della comprensione del parlato sono coinvolte anche dei processi cognitivi (come la memoria di lavoro, la velocità dell’elaborazione dei stimoli, l’attenzione), soprattutto quando un segnale nuovo è distorto a causa del tinnito, della perdita uditiva o dell’impianto. Attualmente sono in corso le ricerche dell’interazione tra le capacità uditive, visive e cognitive. Come si può ritenere, questo studio può aiutare a creare dei metodi sempre più efficaci della riabilitazione uditiva nei pazienti con gli impianti.

La valutazione dell’efficacia del trattamento con l’uso dell’impianto e la successiva riabilitazione dell’udito è un tema del dibattito dei specialisti da tanto tempo. Durante il congresso si è svolto il gruppo di discussione condotto dal prof. Artur Lorens intitolato „I nuovi metodi della valutazione dei benefici per i pazienti dopo il posizionamento dell’impianto cocleare”. Il nuovo metodo di questa valutazione consiste nell’applicazione del modello funzionale della disabilità elaborato dall’ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health – La Classificazione Internazionale del funzionamento, della disabilità e della salute) e descritta come l’integrato modello biopsicosociale del funzionamento e della disabilità. Riferendosi a questa definizione, si valuta non solo i benefici uditivi per il paziente grazie al posizionamento dell’impianto (come si migliora la percezione dei suoni, come è migliorato il rilevamento, la discriminazione e l’identificazione dei segnali del parlato), ma anche i benefici legati alle sue attività e la partecipazione nella vita sociale. Per misurare questi ultimi si usano degli strumenti speciali (patient-reported outcome measures, PROMs) e i questionari. Tale modo di valutazione dei benefici nei pazienti con l’impianto è ritenuto come più completo e obbiettivo: accadono però delle situazioni nei quali il paziente dopo il trattamento diventa molto attivo nella vita sociale, anche se i resultati delle analisi dell’esame uditivo sono mediocri e viceversa: dopo il posizionamento dell’impianto i risultati delle analisi audiologiche sono molto buoni e non si traducono in cambiamenti positivi nella attività del paziente.

Un’altra giornata del congresso era piena dei fili molto importanti: la tavola rotonda condotta dal prof. James Hall di Salus University di Pennsylvania, un audiologo famoso, è stata dedicata alle pratiche nell’audiologia, la raccolta delle raccomandazioni e degli orientamenti in questo campo della medicina conforme con lo stato delle conoscenze mediche attuali, lo scopo dei quali è l’allineamento del processo sulla fase della diagnostica e il trattamento audiologico. Durante la sessione sono stati presentati tra l’altro i sistemi dell’assistenza audiologica in vari paesi del mondo facendo riferimento alle soluzioni telemetriche (i servizi sanitari online, l’e-screening). Nel corso della discussione i vari specialisti, dai paesi dove il livello della medicina non è così sviluppato come nell’Europa o nell’America, presentavano il suo punto di vista. Uno degli audiologhi dal Senegal riferendosi alla situazione non facile nel sistema sanitario di Senegal e la mancanza di possibilità dell’educazione nel campo dell’audiologia, ha ringraziato il Centro Internazionale dell’Udito per la collaborazione scientifica e didattica grazie alla quale c’è una chance per migliorare l’assistenza sanitaria nel suo paese. In conclusione si sottolineava l’importanza dei benefici dei pazienti e per questo si proponeva di organizzare una sessione simile con la partecipazione dei pazienti durante il Congresso Mondiale dell’Audiologia che si svolgerà a Parigi fra due anni. „Questo dibattito per le pratiche buone era davvero fruttuoso, ha superato tutte le mie aspettative”, ha concluso il prof. James Hall, il conducente del dibattito.

Un altro dibattito e un’altra sessione scientifica erano dedicati alla genetica dell’ipoacusia. Le ricerche dimostrano che ogni anno nasce al mondo 1-6 bambini per 1000 con la perdita dell’udito. Nella stragrande maggioranza la causa sono i geni GJB2 e GJB6. Sono molti i geni che sono responsabili per l’ipoacusia: si stima che ci siano oltre 200. Le conoscenze sulle cause dei disturbi uditivi sono sempre poco conosciute. Durante discorsi sono stati presentati i risultati delle ricerche delle nuove mutazioni responsabili per vari tipi di disturbi dell’udito che sono studiati dai genetici in tutto il mondo. Queste ricerche sono condotte (come nel Centro della genetica dell’IFPS) con la partecipazione dei pazienti piccoli e adulti, tra l’altro quelli qualificati al posizionamento dell’impianto cocleare, o sui modelli degli animali (il pesce Danio rerio).

Nel contesto dei problemi d’udito che al mondo sono sempre più grandi a causa tra l’altro del rumore, molto significante era la sessione sulla prevenzione della perdita dell’udito. Il dott. N.F. Moroe dalla clinica dell’audiologia dell’Università di Johannesburg ha presentato i risultati dei questionari di ricerca molto interessanti sui tassisti e sugli autisti dei trasporti pubblici che hanno indicato quali sono le conseguenze dell’esposizione al rumore del traffico a lungo termine. La maggior parte dei partecipanti ha segnalato l’acufene, le orecchie otturate e i problemi d’udito, mentre dai 78% dei partecipanti segnalanti i problemi, il 74% non è stato mai informato sugli effetti nocivi del rumore sull’udito. La coscienza del problema nel gruppo professionale esaminato è comunque marginale. Tali persone – sottolinea dott. Moroe – dovrebbero essere alla assistenza medica di un audiologo e il compito di questi specialisti è rendere consapevole, quanto è nocivo il rumore per l’udito. È comunque una missione per tutti gli specialisti in tutto il mondo come si sottolineava durante la sessione, il rumore è conosciuto come uno delle contaminazioni più pericolose. Ci sono anche delle buone notizie. I ricercatori verificano se all’ipoacusia causata dal rumore possa prevenire, almeno in qualche modo, prendere gli antiossidanti. L’esposizione al rumore provoca tra l’altro l’infiammazione, il flusso dei radicali liberi, lo stress ossidativo danneggiante le cellule uditive nella coclea. Le sostanze con gli antiossidanti, come il propoli, sono indicate dal dott. T.S. Baytok dall’Istambul Aydlin University in una delle elaborazioni presentate: gli ossidanti riducono questi processi negativi, pertanto il loro impatto positivo sulla salute e, come risulta adesso, anche sull’udito.

Durante il congresso si sono svolti tra l’altro: 55 sessioni scientifiche, 12 sessioni speciali, 23 lezioni d’apertura (keynote lecture), 12 discussioni di pannello, 2 discussioni di tavola rotonda. Durante la cerimonia finale del congresso il prof. Henryk Skarżyński ringraziava tutti i partecipanti di questo primo, e allo stesso tempo più fruttuoso l’incontro dopo la pandemia, che sono venuti a Kajetany e a Varsavia dai tutti i continenti.

− Nel corso degli ultimi anni abbiamo imparato che il miglioramento della comunicazione gioca un ruolo importante nello scambio globale di conoscenze nel ogni campo scientifico, anche nell’audiologia. L’ISA ha tenuto delle esigenze creando un sistema della comunicazione via l’Internet. Ci siamo convinti però cha la comunicazione via i mezzi elettronici non può sostituire gli incontri, durante i quali gli scienziati possono partecipare nelle discussioni di persona, in una piacevole atmosfera. – ha detto il prof. Kurt Stephan, il presidente dell’ISA, sottolineando già all’inizio che la comunità audiologica di Varsavia ha creato un’occasione per tale l’incontro. Il prossimo congresso mondiale dell’audiologia è pianificato per il settembre 2024 a Parigi.

Uno degli ultimi punti del programma più atteso del congresso è stata la lezione Aran Glorig (Aran Glorig Oration). Le lezioni in ricordo dei meriti di uno dei medici più degni per l’otolaringologia è una tradizione dei congressi dell’ISA. Quest’anno ha tenuto una conferenza dott. Ross Roeser, da decenni considerato il leader nel campo dell’audiologia. Oltre allo studio sull’applicazione degli apparecchi acustici per il miglioramento delle abilità comunicative ha svolto un ruolo fondamentale nella definizione e nell’ampliamento del campo della pratica degli audiologhi nell’USA. È uno dei fondatori dell’American Auditory Society e American Academy of Audiology. È anche un fondatore e caporedattore della prima rivista audiologica „Ear and Hearing”, attualmente è un caporedattore pensionato dell’International Journal of Audiology. Come un medico ed editore esperto e soprattutto un’autorità incontestabile dott. Ross Roeser ha dedicato Aram Glorig Oration alle ricerche di una verità scientifica nell’audiologia. Come sottolineava, è sempre più difficile trovare la verità nell’era di Internet pieno delle informazioni non verificate e delle fake news. La verità infatti è difficile da trovare anche a causa della nostra percezione del mondo attraverso i sensi che può essere falsata. „Non credere a tutto ciò che senti, e solo alla metà di quello che vedi o leggi”, ha scherzato il prof. Roeser. Riferendosi alle pubblicazioni scientifiche, incoraggiava a recensirle in modo affidabile nelle sedi scientifiche.

Un punto unico nel programma dell’ultima giornata è stata una sessione speciale dell’Organizzazione mondiale della salute, durante la quale la dott.ssa Shelly Chadha ha presentato i risultati del rapporto pubblicato l’anno scorso dall’OMS secondo i quali risulta che fino al 2050 quasi 2.5 miliardi delle persone in tutto il mondo avranno dei problemi d’udito. Secondo le previsioni almeno 700 milioni delle persone avrà bisogno dell’accesso ai medicali servizi specializzati. Come si indica, la causa della percentuale crescente di persone che hanno il problema d’udito è tra l’altro il rumore, l’uso dei dispositivi elettronici con auricolari (circa 1.1 miliardi delle persone giovani è esposto ai danni dell’udito a causa dell’ascolto di musica attraverso le cuffie), e anche le infezioni dell’orecchio. Si può evitare la maggior parte di questi problemi. L’OMS ha elaborato la strategia della prevenzione dei danni all’udito, nella quale include tra l’altro lo screening dell’udito in tutte le fasce d’età, la prevenzione delle malattie delle orecchie e il trattamento giusto, la riduzione del rumore, la diffusione delle conoscenze sui pericoli per l’udito e sulla possibilità del trattamento delle sue disfunzioni. Riferendosi al concetto degli screening in base all’udito e agli interventi medici, dott. Shelly Chadna sattolineava che i soldi spesi per tali attività, non sono delle spese ma un investimento nella salute. Calcolando, un dollaro speso per le attività preventive e il trattamento frutta i 16 dollari dei guadagni (le persone che hanno evitato la disabilità uditiva non saranno un onere che grava sui bilanci dei paesi).

Una grande sfida – sottolinea l’OMS – è l’aumento della disponibilità all’assistenza medica per le persone con i disturbi dell’udito. Purtroppo, attualmente a livello mondiale la maggior parte dei pazienti (circa 70%) non ha accesso alla diagnostica e al trattamento dell’udito. Per questo l’OMS si concentra alle attività che comportano un cambiamento di questa situazione. Sottolineando che ogni persona con i disturbi dell’udito dovrebbe avere nel futuro la possibilità del trattamento e della riabilitazione, si presta attenzione al bisogno di ampliare le strutture specializzate e il numero degli specialisti.

Durante la tavola rotonda condotta dal prof. Artur Lorens e dedicata al modello dell’educazione audiologica, gli esperti hanno fatto riferimento proprio a quest’ultimo problema. In questa parte del congresso hanno partecipato i professori: R. Rajeswaran, J. Hall e S. Hatzopoulos. Prendendo in considerazione la scala enorme dei problemi con l’udito al mondo, il numero degli audiologhi è scarso. La situazione è drammatica: nei paesi in via di sviluppo, l’educazione nel campo dell’audiologia è impossibile: c’è solo uno specialista su diversi milioni degli abitanti. In alcune regioni del mondo gli audiologhi sono 100-1000 volte meno che nell’Europa. Tuttavia anche qui o nell’America l’istruzione degli specialisti non è sufficiente. Come si prestava l’attenzione durante la sessione, nei diversi paesi si applicano diversi modelli dell’istruzione: per esempio in Polonia l’audiologia rappresenta una delle specialità mediche ma questa soluzione non è accettata nei tutti i paesi. Per esempio negli Strati Uniti un’audiologo non deve essere un medico. Come si sottolineava, l’audiologia è un campo molto ampio con elementi di medicina, fisiologia, psicologia, ingegneria e molti altri e per questo si sta cercando la risposta per la domanda: che modello dell’istruzione si dovrebbe promuovere la formazione online inclusa, per garantire in futuro ad ogni paziente l’accesso ai dispositivi per assistenza dell’udito, se solo ne avrà bisogno – ammette L’OMS.

Nell’ultima giornata del congresso era continuato l’argomento già discusso sui benefici dell’applicazione degli impianti cocleari nei diversi gruppi dei pazienti, tra l’altro con l’udito asimmetrico, con il sindrome di Cogan, con la sordità monolaterale ecc. Nel caso dei bambini che sono nati con quest’ultimo difetto, il trattamento, come ha sottolineato il prof. A. van Wieringen dell’University Hospitals Leuven in Belgio, è molto importante perché la sordità monolaterale non solo rende difficile la localizzazione dei suoni e la comprensione del parlato in ambiente rumoroso ma anche causa il rischio del ritardo dello sviluppo del parlato. Il posizionamento dell’impianto cocleare all’orecchio sordo può ripristinare l’udito in entrambe le orecchie. Come dicono gli studi, prima si effettuerà questo intervento, prima ci si aspetterà degli effetti. Malgrado ciò in Belgio, come nei tanti altri paesi, il trattamento del posizionamento dell’impianto all’orecchio sordo non è uno standard. Dott. M.J. Kwak dell’University of Ulsan College of Medicine in Seul sottolineava i benefici derivanti dall’uso degli impianti cocleari nei pazienti anziani con la perdita dell’udito neurosensoriale: nel gruppo esaminato da lui si trovavano le persone nell’età di 60-80 anni nei quali i testi hanno dimostrato una buona comprensione del parlato e tali persone che hanno avuto i problemi. L’esame ha dimostrato che il grado della comprensione del parlato nei pazienti con gli impianti dipendeva dal tempo della durata dell’ipoacusia (i risultati delle persone che avevano l’ipoacusia da poco tempo erano migliori). L’età del paziente nel momento del posizionamento dell’impianto non aveva un grande impatto alla comprensione del parlato degli anziani. È un’informazione molto importante perché nelle società che invecchiano anche in quella polacca, il gruppo degli anziani nel quale circa due terzi delle persone ha dei problemi con la comunicazione cresce regolarmente.

Durante l’ultima giornata delle deliberazioni una delle sessioni è stata dedicata all’ototossicità. La minaccia per l’udito sono alcuni farmaci ma anche i solventi organici come il toluene e lo xilene presente nell’ambiente del lavoro, di cui parlava dott. A. Fuente dell’Università di Montreal presentando i resultati delle ricerche condotto sui volontari e sugli animali che hanno dimostrato che l’esposizione a queste sostanze può danneggiare le cellule uditive. È stato svolto un esperimento dell’esposizione degli animali ai solventi e al rumore che ha dimostrato una sinergia. Inoltre, come dimostrano le ricerche con la partecipazione dei volontari, l’esposizione ai solventi può causare i disturbi uditivi centrali.

Questi sono solo degli alcuni argomenti dei quali si parlava durante l’ultima giornata del congresso. Nel corso delle sessioni scientifiche gli esperti hanno affrontato molti altri argomenti. Le lezioni e le presentazioni riguardavano tra l’altro degli esami elettrofisiologici e le loro applicazioni come esami obbiettivi nella diagnostica dell’udito, gli strumenti per controllare la comprensione del parlato, test di diagnosi dei disturbi uditivi centrali, tra l’altro il test Gaps in Noise (GIN) usato dal 2005. Si discuteva anche sul modello della formazione audiologica: che cosa vale la pena di cambiare nel modello dell’istruzione audiologica.

La premiazione era un bel tocco durante la cerimonia di chiusura. Audiology Reaserch Best Poster Award (il premio per il poster migliore) ha ricevuto Pushkar Deshpande (Danimarca). Journal of Hearing Science Best Oral Presentation Award (il premio per la migliore presentazione orale) ha ricevuto Mukovhe Phanguphangu (RPA).