Un incontro all’aperto e la conferenza scientifica a Kajetany

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Un incontro all’aperto e la conferenza scientifica a Kajetany

Un incontro all’aperto e la conferenza scientifica a Kajetany

Nel 30° anniversario del primo posizionamento dell’impianto cocleare a una persona non udente in Polonia e nel 20° anniversario della prima operazione del recupero dell’udito a un paziente con la sordità parziale effettuati dal prof. Henryk Skarżyński, si sono incontrati i pazienti, utilizzatori degli impianti acustici che insieme alle famiglie hanno potuto partecipare a un incontro all’aperto e alla 8° conferenza scientifica „La musica nello sviluppo uditivo dell’uomo”.

„Il 16 luglio è il giorno in cui io e il mio team ricordiamo l’anno 1992 quando effettuai la prima operazione del posizionamento dell’impianto cocleare a una persona non udente. Quest’anno festeggiamo il 30° anniversario di quest’avvenimento eccezionale. Questo giubileo speciale l’abbiamo aspettato trent’anni, ma non stavamo fermi. Abbiamo fatto tutto il possibile, tutto quello che abbiamo potuto fare. Trent’anni di grande attività, lavoro, passione, abilità e capacità. Molti avvenimenti di quel tempo sono stati girati per poter mostrare che non stavamo fermi, che abbiamo soddisfatto molte aspettative. Nel corso di qualche settimana dopo quell’operazione si è formato un quadro di un team interdisciplinare composto da psicologi, logopedisti, pedagogisti, ingegneri clinici, tecnici. Imparavamo a guardare l’altra persona olisticamente. Abbiamo collaborato insieme, abbiamo lavorato su noi stessi, passo dopo passo andavamo avanti. Il nostro successo è collettivo e se qualcuno è un leader, è solo per saper che qua lui è responsabile di più di tutto ciò che è successo in questi anni e succede ancora.” – ha detto il prof. Henryk Skarżyński facendo il benvenuto agli pazienti venuti a Kajetany per incontrare il team dell’Istituto.

L’incontro degli specialisti con i pazienti 

− “Perché questi incontri sono così importanti? Perché siamo una grande famiglia. Perché questi incontri abbattono le barriere, ci incoraggiano. Perché grazie ad essi i pazienti, utilizzatori degli impianti acustici che hanno bisogno della nostra cura per una vita intera, possono sentirsi come a casa.” – ha sottolineato il prof. H. Skarżyński. La dott.ssa Elżbieta Włodarczyk, direttore della Clinica di Riabilitazione ha detto qualche parola sul carattere unico degli incontri: “Ci teniamo molto questi incontri con i pazienti. È commuovente vedere come si sviluppano, che opportunità nuove possono sfruttare. Durante la conferenza la dott.ssa Włodarczyk ha presentato la procedura di selezione al posizionamento dell’impianto che è condotta dal gruppo di medici, logopedisti, psicologi, pedagogisti, ingegneri clinici, tecnici e audioprotesisti e tutte le novità proposte durante la riabilitazione. Abbiamo voluto mostrare da parte dei medici e altri terapisti tutto ciò che è cambiato nel corso di trent’anni, le nuove possibilità tecniche, chirurgiche e altri elementi che compongono tutto il processo di terapia.

Il prof. Artur Lorens, direttore del Dipartimento di impianti e percezione uditiva che conduceva la conferenza, ha aggiunto che durante questo simposio gli specialisti condivideranno le loro esperienze di solito con i pazienti. – E quello di cui ci occupiamo è, sia il lavoro clinico e la cura del paziente: utilizzatore dell’impianto cocleare, che il lavoro scientifico. In questo modo possiamo offrire ai pazienti i metodi diagnostici e terapeutici più moderni e ci occupiamo che i pazienti approfittino il massimo dei benefici uditivi – ha detto. Riferendosi all’operazione di trent’anni fa, ha sottolineato che essa ha aperto una nuova era nel campo di otolaringologia, audiologia, foniatria e riabilitazione.

La prima parte della conferenza si è concentrata sui cambiamenti avvenuti nel corso di trent’anni nel programma di impianto uditivo e nel corso di vent’anni nel programma di trattamento della sordità parziale. I pazienti hanno quindi potuto ascoltare i discorsi degli specialisti del Dipartimento di impianti e percezione uditiva, del Dipartimento di acufene e della Clinica di riabilitazione sul progresso tecnologico nel campo degli impianti cocleari, altri impianti acustici, tra l’altro: dell’orecchio medio, a conduzione ossea, prossime generazioni di processori del linguaggio basati sull’intelligenza artificiale, impianto binaurale, uso di un anello di induzione, riabilitazione dopo il posizionamento di un impianto uditivo o trattamento dell’acufene.

Durante la seconda parte si diceva, tra l’altro, su come si sente i suoni attraverso l’impianto, sulla coreoterapia come linguaggio di comunicazione, sulle moderne soluzioni di telemedicina utilizzate nella riabilitazione dei bambini con disturbi dell’elaborazione uditiva centrale.

I pazienti su se stessi

Le lezioni specialistiche erano intrecciati con le presentazioni dei pazienti che hanno voluto condividere le loro emozioni, pensieri, raccontare del percorso che ha portato loro a Kajetany per ricevere un impianto acustico. La dott.ssa Małgorzata Strycharz-Dudziak ha menzionato quanto era commuovente il momento di leggere della poesia „Il pianoforte incantato” [Zaczarowany fortepian] il quale il prof. Henryk Skarżyński ha scritto per lei. – Quando l’ho letta per la prima volta, ho cominciato a piangere. Dopo tanti anni il professore era capace di descrivere le emozioni che erano dentro di me allora. – ha detto. Małgosia è stata operata dal prof. H. Skarżyński 28 anni fa. – Quando vengo a Kajetany ogni anno attraverso il prisma dell’anniversario del primo posizionamento dell’impianto cocleare a una persona non udente eseguito dal professore, raffiorano i ricordi della perdita del mio udito, delle operazioni ripristinanti me al mondo del suono. Luglio 1992 è anche per me un mese memorabile perché poi ho smesso di sentire completamente. Per me è un avvenimento simbolico: io ho perso l’udito e in Polonia è stata fatta l’operazione che ha ripristinato l’udito a un paziente.

Małgosia, come dice, ascoltava molto bene da bambina, è sempre stata associata alla musica, era una studentessa in una scuola di musica: suonava il piano, il flauto e cantava in un coro. La perdita dell’udito è stata un’esperienza estremamente difficile per lei, anche se ovviamente in questo periodo difficile è stata sostenuta dai suoi genitori e dai suoi cari. – Nel 1994 mi sono qualificata per l’operazione e per me è stata una svolta. Il prof. Henryk Skarżyński mi ha posizionato un impianto. Ancora oggi ricordo come il Professore si prendesse cura dei suoi pazienti che visitava ogni giorno. Ha parlato con loro, ha cambiato personalmente le loro medicazioni. Rimarrà per sempre nel mio cuore e nella mia memoria – ha ricordato Małgosia. – Dopo aver attivato il processore, per me è iniziata una seconda vita. Ho trascorso la mia prima vacanza suonando il pianoforte. Era una musicoterapia naturale, ma allora non me ne rendevo conto.

Con l’impianto, Małgosia ha superato l’esame di maturità, è entrata in odontoiatria presso l’Accademia di medicina, quindi ha frequentato il dottorato e ha ottenuto un lavoro presso l’Università di medicina di Lublino. – Dopo che il Professore mi ha impiantato il secondo impianto, ho sentito di nuovo che la mia vita era cambiata, che era iniziata la sua fase successiva. Il mio mondo di suoni si è ampliato in modo significativo, soprattutto quando si tratta di suoni acuti, so anche da dove proviene il suono e l’udito è diventato tridimensionale. Sento che il mio udito si sta ancora sviluppando e questo è fantastico. Al lavoro, sono un insegnante, un medico e talvolta un traduttore di inglese. In conclusione, posso aggiungere che non riesco a immaginare la mia vita senza impianti, sono solo fortunata ad averli, ad aver conosciuto persone come il Professore e un posto come Kajetany.

Disegnare e poi dipingere è diventato la sua grande passione. Si è laureata alla Facoltà di Pittura dell’Accademia di Belle Arti a Cracovia e a Kajetaty ha portato la sua collezione dei dipinti. Attualmente Joanna Turek approfondisce la sua conoscenza alla stessa università alla facoltà di Arti Grafiche. Lei stessa dice che ha un’anima artistica. Joanna ha menionato che come una persona non udente ha dovuto fronteggiare tante sfide per trovarsi dove è adesso. Le ha costato tanto lavoro ma ne valeva la pena. Ritiene che la cosa più importante nella vita è essere se stessi e non fingere nessuno. Sottolinea che tale pensiero lo deve ai genitori e a tutte le persone che credevano in lei e la sostenevano.

Joanna non sente da quando era nata, ha una sordità profonda. – Mi ricordo perfettamente una situazione in seconda elementare quando il mio papà mi ha chiesto se io volessi un impianto e io gli ho risposto di sì. Sapevo che quel momento potesse cambiare tutto. Prima dell’operazione comunicavo a livello dei gesti e disegni. Dopo il posizionamento dell’impianto ho cominciato a parlare meglio, ho scoperto un mondo misterioso e affascinante della musica che non avevo conosciuto prima. – ha detto Joanna durante il suo discorso. – Dopo un anno ho notato che l’impianto mi aveva trasformata. Sono riuscita a sentire sia il mondo del silenzio che quello del suono. Questi due mondi sono per me, artista, molto importanti perché ognuno di essi contiene delle emozioni che sono complementari, in realtà.

Per Joanna il viaggio a Glasgow in Scozia, è stato un evento fondamentale. Come ammette, questa era una vera e propria lezione di indipendenza: era costretta a comunicarsi in lingua inglese. È tornata dal viaggio incoraggiata e con più fiducia nelle sue capacità. Fino ad oggi corrisponde con gli amici dal Giappone, dalla Canada e India. Il suo sogno è creare un gruppo degli artisti udenti e non udenti da tutto il mondo e organizzare un’esposizione di opere alla quale vorrebbe invitare tutti gli amanti d’arte del Centro mondiale dell’Udito. Questo sarebbe una forma di ringraziamento per il talento, la passione che si fa sentire nel lavoro di tutti del Centro e per il sostegno per i pazienti. Ha ringraziato in particolare il prof. Henryk Skarżyński che lei potesse conoscere il mondo del suono.

Il mondo del suono, della musica è molto vicino a Estera Łabiga, un’altra paziente che grazie al prof. Henryk Skarżyński e all’impianto ha potuto di finire la scuola musica. – Vent’anni fa ho incontrato il professore e il suo team dei medici e dei fisioterapisti i quali con grande cura mi hanno aiutata a recuperare la capacità di sentire nonché conoscere me stessa e la realtà intorno a me – ha detto Estera.

Estera non sente da quando era nata, ma quando aveva cinque anni è venuta all’Istituto di Fisiologia e Patologia dell’Udito. In precedenza, nessuno è riuscito a aiutarla, sebbene i suoi genitori viaggiassero con lei quasi in tutta la Polonia, visitando altri specialisti. All’età di otto anni, ha ricevuto il desiderato impianto cocleare, che ha trovato inestimabile. Dopo un lungo e intenso percorso riabilitativo, che ha coinvolto molte persone, il suo sviluppo uditivo ha fiorito. Grazie alla scuola di musica e alle classi lì, il suo udito migliorava sempre di più. Insieme ai suoi fratelli e genitori, Estera si è esibita molte volte in varie celebrazioni. Estera ha anche ricordato il ruolo svolto dall’Istituto nel suo sviluppo musicale, consentendole di partecipare a vari laboratori musicali, festival e concerti. Estera ha anche preso parte al casting (con successo) per il musical “Silenzio interrotto” messo in scena presso il Bacino Artistico dell’Opera da Camera di Varsavia, per il quale il libretto è stato scritto dal prof. Henryk Skarżyński. – Esibendomi sul palco, stavo imparando come affrontare la paura del palcoscenico, come collaborare con altri musicisti. Ho incontrato molte persone lì, ho parlato con loro, mi hanno motivata a lavorare. Se ci fossero dei fallimenti, non facevano che rafforzare il mio carattere – così il tempo ricorda e aggiunge: – Grazie al Professore ho potuto partecipare anche alla prima edizione del Festival “Ritmi cocleari”, che penso con emozione e che non dimenticherò mai. Successivamente, è apparsa molte volte come ospite lì.

Come sottolinea, grazie all’impianto  si è laureata in architettura del paesaggio all’Università Cattolica di Lublino. Estera è appassionata di sport e fotografia e la sua conoscenza dell’inglese le rende possibili i viaggi.

Weronika Niczyporuk, dal 2002 una paziente dell’Istituto, ha parlato delle numerose difficoltà, situazioni spiacevoli legate al suo disturbo dell’udito che le ha esclusa dalla vita, della lotta per non essere spinta ai margini a colpa della sua imperfezione. Il suo discorso ha commosso molte persone ma anche ha fatto credere che molte cose dipendono dal nostro atteggiamento.

Weronika è nata con la microtia bilaterale e l’atresia auricolare, da vent’anni utilizza l’impianto cocleare a conduzione ossea. Studia psicologia all’Università di Varsavia, si è esibita sui palchi nazionali e esteri. Grazie alla riabilitazione lunga e faticosa poche persone sanno che ha dei problemi con l’udito.  Ma prima che ciò accadesse, prima che arrivasse a Kajetany, a Weronika è stata fatta una diagnosi che non avrebbe mai sentito o parlato. La determinazione dei suoi genitori fece sì che venisse presa in carico dal prof. Henryk Skarżyński. – Il professore ha presentato la mia situazione sotto una luce completamente diversa, ci ha dato qualcosa che nessun altro medico ci ha dato: ci ha dato speranza. Ci ha mostrato il modo che mi avrebbe permesso di godermi la vita come qualsiasi altra persona – ha detto Weronika con emozione. – È così che sono diventato il primo bambino nel Paese a utilizzare un impianto a conduzione ossea su una fascia.

Dai racconti dei suoi genitori sulla sua infanzia, Weronika ha concluso che nulla è impossibile e ogni limitazione che si appaia, è soltanto nella nostra mente. Nonostante la mia ipoacusia non ho avuto mai la certificazione d’istruzione speciale. – ha sottolineato – Ho sempre piaciuto frequentare la scuola, studiare e creare relazioni con coetanei. Ho sempre lavorato sugli stessi principi dei bambini sani, non sono mai stata valutata nel modo migliore.

Il periodo più difficile è stato quello di scuola media. Si sentiva incompresa dai conetanei: la loro sensibilità e il mondo erano totalmente diversi da quelli di Weronika. Un altro colpo è stato l’esame di maturità al quale non l’avrebbero fatta entrare con l’impianto – l’hanno paragonato al cellulare attraverso il quale si può ricevere le risposte giuste durante l’esame. − Il fatto di non poter sostenere gli esami finali alle stesse condizioni a cui studiavo mi ha ferito molto. Ho dovuto presentare un certificato di invalidità − ha detto Weronika tristemente.Weronika non si è arresa, ha dimostrato di saper combattere, i risultati degli esami di maturità sono stati tra i migliori di tutta la scuola.

Weronika si è iscritta a quattro corsi all’Università di Varsavia,  si è fatta entrare a tutti e alla fine ha scelto la psicologia. Ha anche sottolineato che la musica è sempre stata un elemento importante del suo sviluppo. All’età di sei anni entra a far parte del gruppo folk Małe Podlasie, ma il mondo professionale della musica le propone il Festival “Ritmi cocleari”, avviato dal prof. Henryk Skarżyński. − Fu l’inizio del mio percorso artistico. Grazie al Festival ho conosciuto tante grandi personalità che hanno avuto un grande impatto su di me. L’affermazione che ho un talento musicale non solo mi ha fatta sentire più forte, ma è stata straordinaria.

Weronika come vincitrice del Festival del 2016, è stata invitata a partecipare a numerosi concerti e festival, tra l’altro  52° Festival Jan Kiepura a Krynica-Zdrój – il prof. Ryszard Karczykowski l’ha persuasa a formarsi vocalmente. Ha inoltre sottolineato che il prof. Henryk Skarżyński l’ha sempre incoraggiata  e ha seguito tutti i suoi successi musicali. – Nel 2019 ho realizzato il mio sogno musicale:  ho vinto il casting de “Il Silenzio interrotto”. Durante le prove dello spettacolo, ho dimostrato ancora una volta a me stessa di essere in grado di superare molte barriere − ha detto Weronika. − Grazie al teatro, ho scoperto in me una seconda Weronika: Weronika per la quale nulla è impossibile.

Concludendo il suo discorso, Weronika ha citato la definizione dell’angelo sottolineando che lui realizza in diversi modi i pensieri di Dio e che ognuno può diventarlo. Il suo angelo è il prof. Henryk Skarżyński.

Per Sebastian Turek, il prof. Henryk Skarżyński è anche una persona molto importante. Qua, a Kajetany ha ricevuto due impianti: il primo in età di 11 anni, l’altro l’anno scorso. Adesso può sentire quasi tutti i suoni e si comunica nel gruppo molto meglio. Grazie a questa protesi è riuscito non solo a sviluppare l’udito e la favella nonché laurearsi in medicina e diventare un radiologo. – Adesso lavoro in ospedale a Gliwice. Con il mio esempio, vorrei dimostrare che nulla è impossibile, che puoi superare le difficoltà, raggiungere i tuoi obiettivi e realizzare i tuoi sogni. Sono felice di poter aiutare gli altri nella mia professione, proprio come il Professore e l’intero team del Centro mondiale dell’Udito hanno aiutato me − ha affermato. Sebastian Turek ha sottolineato l’importanza del sostegno della famiglia senza del quale è difficile essere un uomo migliore e cominciare a vivere in modo indipendente.

Del sostegno della famiglia che è fondamentale non solo durante la malattia, ha parlato anche il più grande dei pazienti del prof. Henryk Skarżyński sul palco, Jan Turbański, cantante e musicista popolare. − Dopo un incidente al lavoro, con gli anni, perdevo l’udito. Nel 2011 ho dovuto finire di suonare e cantare perché non ho sentito quasi nulla e gli apparecchi uditivi non mi bastavano. La famiglia si preoccupava tanto e voleva aiutarmi. Mia figlia ha trovato delle informazioni di Kajetany dove impiantavano gli impianti cocleari che ripristinavano l’udito – ha detto signor Jan. E così dopo la qualificazione al posizionamento finì a Kajetany. Nel 2013 il prof. H. Skarżyński gli ha ripristinato l’udito e il signor Jan ha promesso a se stesso se ci fosse una possibilità, avrebbe suonato per il professore con le cornamuse della Grande Polonia.

E così è successo: il signor Jan è arrivato alla prima edizione dei “Ritmi cocleari” e ha vinto il concorso. Dopo il Festival, è diventato ancora più desideroso di fare musica. Si è esibito più volte durante varie cerimonie organizzate dal Centro mondiale dell’Udito e con il suo collega violinista, partecipa anche ai concorsi dei gruppi folk. – Attualmente mia nipote Stella suona il violino con me e l’altra, Zuzanna, esegue canzoni della nostra regione. Se non fosse stato per l’impianto cocleare e il processore del linguaggio impiantati, non avrei avuto una tale possibilità − ha sottolineato il signor Jan. − La mia vita è cambiata, e infatti è tornata alla normalità.

Olaf Kaca è un altro paziente con un talento musicale, frequenta il primo anno all’Università di medicina di Łódź. Dal 2004 è utilizzatore dell’impianto cocleare. Era il vincitore dei Ritmi cocleari, si è esibito durante vari eventi organizzati dall’IFPS. −  Il professore posizionandomi l’impianto, mi ha aiutato perché mi ha ripristinato l’udito. Ora vorrei aiutare gli altri, in particolare i bambini che hanno problemi di udito – ha iniziato il suo discorso Olaf.

Dalla prospettiva di 18 anni dell’uso dell’impianto, sottolineava che i pazienti con l’impianti non si percepissero come persone con le possibilità limitate nonostante le difficoltà di comunicazione che a volte si possono incontrare. La costruzione di una psiche forte è fondamentale e questa inizia nella testa. Secondo Olaf, con la passione si deve affrontare tutto ciò che si fa. Si deve fidare di scienziati, prendere parte a tutti gli avvenimenti che facilitano le relazioni umane perché sono loro che lasciano a sviluppare la favella. Olaf ha anche dato alcuni suggerimenti su come procedere, tra gli altri con il processore, di cui è necessario ricordare come proteggerlo. Tutti i consigli che ha presentato sono tanto più preziosi in quanto forniti dal punto di vista del paziente che li usa lui stesso.

Il dott. Michał Osiński è un neurochirurgo che attualmente fa un’altra specializzazione di otorinolaringologia e studia gestione in sanità. Come ha detto all’inizio analogamente come alcuni pazienti, anche lui frequentava la scuola di musica e suonava il flauto. La sua ipoacusia si sviluppava gradualmente: a scuola media si sono apparse i primi sintomi visibili dei problemi con l’udito. – In effetti, è stato solo durante i miei studi che ho appreso degli impianti, che esistono, che danno buoni risultati, ma non ero del tutto sicuro se sottopormi a un intervento di chirurgia implantare – ha affermato il dottor Michał Osiński. – Alla fine, in qualche modo sono riuscito nella mia vita, in qualche modo ho comunicato con la mia famiglia e i miei amici, quindi ho pensato che sarei stato bene e non avrei cambiato nulla. Tuttavia, quando ho deciso di diventare neurochirurgo, sapevo che in sala operatoria è necessaria una buona comunicazione, che lì è essenziale. Poi ho deciso di ricevere un impianto, ho accettato che ci fosse qualche parte esterna visibile, oggi sono felice di questa decisione, so di aver fatto la cosa giusta. Ho ricevuto l’impianto a Kajetany, questo dispositivo ha sicuramente semplificato la mia vita di tutti i giorni. I miei pazienti con problemi di udito che vengono nel mio studio chiedono se ne è valsa la pena. Dico sempre di sì a loro. Ho anche deciso di utilizzare questo impianto per loro, in modo da poter svolgere meglio il mio lavoro. Certo, l’impianto presenta alcuni svantaggi, ma non c’è nulla da menzionare al riguardo, perché i vantaggi sono molte volte maggiori di loro. E non c’è da meravigliarsi: per i pazienti con perdita dell’udito al momento è la soluzione migliore.

Roksana Pijet ha due impianti cocleari. Ha ricevuto due posizionamenti di impianto molto presto. Lei stessa ha ammesso di non ricordare davvero il periodo in cui non aveva sentito. – So, però, che se non fosse stato per l’iniziazione del programma di trattamento della sordità dal prof. Henryk Skarżyński, niente sarebbe più lo stesso – ha sottolineato. – Devo tutto agli impianti cocleari. Se non fosse stato per loro, non sarei andata alle elementari, non avrei imparato a parlare correntemente sia il polacco che l’inglese. Non oserei volere di più, andare oltre, seguire i miei sogni, essere ambiziosa come me e correre dei rischi. Non conoscerei molte persone, non sperimenterei molte cose e non mi sentirei così bene nella società. Roksana ha aggiunto che grazie agli impianti funziona normalmente come ogni persona udente. Frequenta uno dei licei migliori in Polonia a una classe con il programma di matematica, fisica e informatica sviluppato, abita in residence, impara a badare se stessa e ci si sente a suo agio, ha molti amici lì. Nel futuro pensa di studiare al Politecnico, vorrebbe anche studiare all’estero. Le piace ascoltare la musica, rilassarsi ascoltandola, la musica è per lei una forma di divertimento. – Grazie agli impianti posso ascoltare le mie canzoni preferite, grazie a loro posso realizzare i miei sogni, posso farlo perché non ci sono degli ostacoli per me, posso decidere il mio destino. – ha concluso Roksana.

Certamente i suoi sogni li realizza anche Anna Czupryn che parla di se stessa: − Sono musicista, violinista professionale soddisfatta che si è laureata all’Accademia di musica a Katowice al violino.

La vita di Ania era piena di musica folk già dall’infanzia e proprio per questo ha deciso di dedicarsela a tempo pieno. Insieme al marito esibiscono con la band folk Tekla Klebenica fondata da lui che suona la musica polacca, slovacca, ungherese e zingara con gli elementi classici e jazz. Dal 2006 Ania fa il primo violino e la cantante. Con la band ha avuto molti successi, hanno rilasciato qualche album, hanno fatto dei tournée in venti Paesi su quattro continenti.

Nel 2017, come ha sottolineato Ania, è successa una cosa rivoluzionaria: l’ho chiamata il mio piccolo miracolo. Ho ricevuto l’impianto cocleare. Sono nata con il difetto dell’orecchio sinistro, ho avuto una microtia e atresia. – racconta – Anche se suono il violino da 27 anni, solo 5 anni fa ho sentito la musica stereofonicamente, multidimensionale. Grazie all’impianto a conduzione ossea che mi aveva posizionato il prof. Henryk Skarżyński, ho sentito per la prima volta i suoni dall’orecchio sinistro. Da quel momento posso rivivere la musica.

Ania ha notato che il suo comfort della via fosse cambiato: lo sente ogni giorno ad esempio parlando con qualcuno. – Posso dire onestamente che valeva la pena di prendere tale decisione e aprirsi a tali opportunità che ci dà un impianto posizionato. Adesso posso localizzare i suoni, mi raggiungono da tutte le parti, ho ottenuto la spaziosità e la dinamica del suono − questo non sono riuscita a conoscere quando sentivo solo da un orecchio. Ho cominciato a cavarmela da sola durante i concerti ai condizioni acustiche più difficili: per esempio nelle sale ampie con eco, riverbero. Quando suoniamo sento anche ogni strumento che posso localizzare non voltando la testa verso il suo suono. Mi sento più sicura sul palco.

Ania, poco dopo il posizionamento, è diventata una vincitrice del Festival “Ritmi cocleari”. Si è poi esibita più volte durante eventi importanti per l’Istituto di Fisiologia e Patologia dell’Udito. Nel 2018 ha anche suonato durante una delle sessioni del Parlamento Europeo a Bruxelles, e si è esibita anche in duetto con il maestro del violino Vadim Brodski.

Concludendo il suo discorso, Ania ha sottolineato che l’educazione musicale accelera lo sviluppo uditivo, la coscienza del suono accelera la riabilitazione postoperatoria e per questo motivo, l’educazione musicale dovrebbe essere presente nella vita di ogni persona ma soprattutto nella vita delle persone con i disturbi uditivi. Ha aggiunto che per lei, l’impianto è un miracolo della tecnologia e ha ringraziato il prof. Henryk Skarżyński e tutto il team del Centro mondiale dell’Udito di aver potuto riceverlo.

Una sola persona e un solo posto hanno riunito tutti che si sono esibiti durante questa conferenza: il prof. Henryk Skarżyński e Kajetany. Come hanno annunciato: ci ritorneremo perché qua abbiamo ricevuto una nuova vita.

Altre attrazioni

La conferenza scientifica è stata accompagnata da numerose attrazioni, tra l’altro, una mostra di dipinti “Tra i mondi” di una delle pazienti dell’Istituto, Joanna Turek, utilizzatrice di impianti, laureata all’Accademia di Belle Arti di Cracovia. Per i più piccoli aspettavano gli animatori che li hanno organizzato varie attrazioni: dipinti sulla pelle, trucchi con le bolle di sapone, per quelli più grandi, la Capsula mobile di esami dei sensi: un dispositivo unico e multifunzionale che consente di diagnosticare i sensi più importanti in un unico posto. Grazie ad esso, si può eseguire autonomamente il test di screening per: udito, vista, olfatto, gusto ed equilibrio. È nata per iniziativa del direttore, il prof. Henryk Skarżyński con il supporto dei migliori specialisti in: otorinolaringoiatria, audiologia e oftalmologia, nonché ingegneria biomedica e dei materiali e telemedicina. Una soluzione unica è il sistema centrale della Capsula che consente la cooperazione con il Portale del Paziente governativo, dove il paziente può registrarsi indipendentemente da qualsiasi luogo utilizzando un computer, tablet o smartphone con accesso a Internet. Nel Portale del Paziente, gli utenti creano un account a cui vengono inviati i risultati dei singoli test.

Anche i test di screening del gusto e dell’olfatto, che sono stati eseguiti in modo indipendente nell’applicazione intuitiva Test del gusto e dell’olfatto, ha suscitato molte interesse. Il kit olfattivo era composto da una busta con impronta su un lato, con una prova olfattiva a forma di ventaglio composto da sei strisce, su cui l’area designata è dipinta con vernice profumata. Il kit per la prova del gusto è una busta con stampa su un lato contenente una prova del gusto composta da 5 strisce di cui una senza sapore e 4 imbevuti di sostanze aromatizzanti comunemente utilizzate in cucina.

Il test del gusto e dell’olfatto è un test dedicato a ognuno che si può fare in qualsiasi luogo e tempo. Dura solo una decina di minuti e un utilizzatore ottiene il risultato istantaneamente. È uno strumento innovativo che completa una diagnostica e lascia a rilevare precocemente vari sintomi nei pazienti esposti allo sviluppo di molte malattie: otorinolaringologiche, neurodegenerative, psichiatriche o oncologiche.

I pazienti hanno avuto la possibilità di conoscere molti pubblicazioni dell’Istituto che si poteva ordinare. Durante tutto l’avvenimento c’erano delle proiezioni dei filmati dai concerti finali delle edizioni scorse del Festival Ritmi cocleari e la proiezione del documentario „La mia sonata al chiaro di luna” diretto da Barbara Kaczyńska, direttrice artistica del Festival, che racconta una storia di Grzegorz Płonka: uno dei pazienti musicalmente più dotati del Centro mondiale dell’Udito.

In conclusione, il prof. Henryk Skarżyński ha ringraziato tutti coloro che sono venuti a Kajetany in quel giorno molto importante per l’Istituto per festeggiare insieme l’udito ripristinato. I partecipanti di questo incontro sono stati immortalati su una foto davanti all’ingresso principale del Centro mondiale dell’Udito. Questa volta, come cinque e dieci anni fa, non è stato battuto il record di Guinness ma ogni paziente, utilizzatore dell’impianto uditivo, lo batte molte volte nella vita quotidiana.